Scudo penale rafforzato e riforma delle professioni sanitarie

Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge delega sulle professioni sanitarie, che introduce uno scudo penale rafforzato per i medici, limitando la responsabilità penale ai soli casi di colpa grave, a patto che si segua linee guida accreditate o buone pratiche. L’intento è ridurre la medicina difensiva, del costo stimato di circa 11 miliardi di euro all’anno, che comporta aumento delle liste d’attesa.

Il provvedimento include altre misure strutturali:

  • Trasformazione del corso regionale di medicina generale in una vera e propria scuola di specializzazione;

  • Introduzione di nuove regole per gli ordini professionali;

  • Istituzione di un sistema nazionale di certificazione delle competenze;

  • Meccanismi premiali per la riduzione delle liste d’attesa e strategie per la governance dell’IA in sanità.


Veneto apripista: specializzazione universitaria per i medici di famiglia

La regione Veneto ha già approvato all’unanimità una legge regionale che introduce la specializzazione universitaria per i medici di famiglia, diventando così modello pilota nazionale. La consigliera regionale Anna Maria Bigon ha definito la riforma un primo passo concreto per valorizzare la professione, offrendo reali prospettive di carriera, ricerca e formazione all’altezza delle altre specializzazioni mediche.

La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) ha accolto favorevolmente l’iniziativa, auspicando però supporto concreto in termini di risorse, borse di studio e garanzie per realmente rendere la professione attrattiva.


Contesto e impatto delle novità

Razionalizzazione della responsabilità professionale

Lo scudo penale mira a frenare la medicina difensiva e a risparmiare risorse, garantendo al contempo una maggiore protezione per i professionisti che si attengono alle buone pratiche.

Nuova formazione e valorizzazione della professione

La trasformazione del corso in scuola di specializzazione, insieme all’apertura di percorsi universitari, rappresenta un cambiamento significativo nel riconoscimento del ruolo del medico di medicina generale.

Prevenzione dell’esodo dei medici e sostenibilità a lungo termine

La riforma intende anche arginare il progressivo calo dei medici di medicina generale, un fenomeno legato a usura, pensionamenti e scarsa attrattività della carriera. Secondo studi recenti, l’Italia rischia di registrare una delle contrazioni più rilevanti di professionisti sanitari in Europa, con circa 2.228 medici che andranno in pensione ogni anno fino al 2027.

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